volti

Bruno Boschetto

 

Primi anni ’70. Il boom economico regala ad ogni Italiano la sua villeggiatura. Anche Dama, con l’arrivo dell’estate, ormai si popola sempre più. Si cominciano le prime ristrutturazioni dei vecchi fabbricati, altri ne costruiscono di nuovi, alcuni recuperano spazi fatiscenti. In ogni damarino emigrato negli anni del dopoguerra ed oltre si riaccende la speranza di un futuro migliore e si torna ad investire là dove le radici affondano.

Pino e Viola

 

Spesso immagini, ricordi, voci, in qualche angolo della memoria abbandonati, tornano a farci compagnia ed il passato riprende contorni ben precisi a dispetto degli anni trascorsi.

In uno di questi momenti, la FIAT 1100 di Pino e Viola, di ritorno da Chiusi, sfida la salita che dalla strada provinciale, dopo un breve tratto lastricato, porta alla loro casa.

Maria (la Fusaia)

 

Anche il passo, come le parole, avea lento e garbato.

Mai fermava il suo incedere a parlar di superfluo, né per aggiunger immeritati pesi sulle spalle altrui.

E ne eran passate di lacrime, sospiri, speranze sul suo tavolo coperto di tarocchi!

Era davanti a quel “passato, presente, futuro”che parole di antiche radici fluivano dalle sue labbra, mai per vezzo, né per consapevole ricerca.

Pasqualino (detto Trilleri)

 

Aveva abbondantemente superato gli ottanta, ma era ancora possibile incontrarlo tutti i giorni, prima dello scoccar del mezzogiorno, mentre tornava a casa.

Saliva lento lungo il borgo lastricato che al centro del paese, per un tratto, separa le case dalla Chiesa.

Chino sul bastone, procedeva a passi cadenzati e sicuri.

Lino Tanci (detto Caio)

 

Cementava la pietra, dava un attento sguardo al muro crescente e, se necessario, anche da più angolazioni;  poi spostava l’attenzione al mucchio  dove il suo occhio esperto avrebbe individuato quella più adatta a seguitare l’opera.

Giancarlo Terrazzani

 

A metà anni ’70, in una calda giornata di luglio, Giancarlo e la sua famiglia approdarono a Dama.

Un’ amica vendeva nel paese una vecchia casa e l’ aveva invitato a vederla.

Il classico temporale estivo che nel pomeriggio rapidamente offuscò il sole, non lo scoraggiò e la visita al fabbricato fu accompagnata da abbondanti scrosci d’ acqua.

Nello Cecconi


Nello era l’accoglienza fatta persona. Mai aspettava la chiamata, ti veniva incontro portandosi dietro gli odori del legno, ti dava il benvenuto con la sua voce profonda ed immediatamente sentivi la sincerità e la gioia del ritrovarsi.

La sua disponibilità e quella della sua famiglia la capivi subito già guardando la toppa della porta di casa: c’era sempre la chiave appesa.

Altero Pastorini

 

La sola cosa non intonata al suo “essere” la si trova nel nome ALTERO. Niente era in lui che con tale parola si potesse definire.

Trasferitosi a Milano da giovane, negli anni aveva acquisito sufficiente gergo meneghino reso però sempre toscaneggiante da”c” ancora aspirate e “g” dolci e levigate come solo i toscani sanno pronunciare.

Volti

 

Nelle piccole comunità dove i rapporti si nutrono di contenuti condivisi, ogni membro rappresenta sempre un tassello importante. Alcuni lasciano orme così profonde, che è impossibile cancellare...