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Dama, già Ama, toponimo questo di probabile origine etrusca, si trova a 700m.s.l.m. Una strada proveniente da Chitignano, passando per Taena, Rosina, Sarna, Dama e Biforco, si dirigeva verso il passo di Serra e valicava l'Appennino. A Dama cessano le coltivazioni dei vigneti e dei frutteti, e cominciano i boschi. Nella zona abbondano querce, castagni, alberi da frutto e viti, ora poco produttivi perché abbandonati, come abbandonate sono tutte le terre, in autunno crescono i funghi. Il paese è riparato dai venti freddi del nord ed il clima è piuttosto mite. La primavera è assai bella con le sue tonalità di verde.
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Nei boschi intorno al paese vivono lupi, volpi, tassi, ricci, cinghiali, istrici; questi ultimi sono odiati dagli abitanti perché dissotterrano le patate che poi mangiano. Intorno alle case vivono numerosi merli, il cuculo e la rondine fanno la loro comparsa in primavera. Si vedono i fagiani perché vengono lanciati dai cacciatori. Con l'abbandono delle terre anche la lepre è sparita. Il cinghiale è stato introdotto per motivi venatori dalla Provincia di Arezzo negli anni sessanta. Solo la scrofa accompagnata dai piccoli, se molestata, può aggredire l'intruso: generalmente i cinghiali scappano al minimo rumore. Le lucertole e i ramarri sono i rettili più diffusi, la vipera è presente in tutto il territorio.
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Fin dall'antichità Dama fu un punto di riferimento fisso per tutti i viandanti che dal Casentino andavano in Romagna o nella valle del Tevere. Dagli Etruschi ai Romani, dal Medioevo al secolo scorso fino ai nostri giorni é sempre stato necessario far tappa nel paese di Dama. Da questo villaggio si possono ammirare le bellezze del Casentino: la pianura dell'Arno e tutto il Pratomagno (m.1592 s.l.m.), con sulla cima la grande croce di ferro. Nell'anno 1362, fra le lettere dell'Abate Aleotti, si trova riportato che la chiesa di S.Lorenzo faceva parte della giurisdizione dei monaci Cassinesi di SS. Flora e Lucilla di Arezzo, i quali possedevano anche il vicino castello di Sarna. Oggi il paese si sviluppa su due lati dalla Strada Statale 208 con case e fabbricati costruiti sulla via che conduce alla Verna. Il villaggio di Dama merita una sosta, anche di ristoro, per inoltrarsi lungo le strette stradine che salgono lungo il paese.
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Molte case del paese sono state ristrutturate, ma fra le case di pietra si notano molti elementi caratteristici. Qualche casa conserva ancora il tipico tetto di lastre, un tempo caratteristica del Casentino. Molto ampia è la piazzetta vicino alla chiesa, chiamata Piazza della Fonte, dove si trova ancora la fontana pubblica e il lavatoio, che ora quasi nessuno usa più. Le strade che scendono dalla collina sono strette, piegate e scoscese. Si allargano dove incontrano la moderna strada, ai cui lati sorgono gli edifici più recenti. Da notare la costruzione in pietra della scuola, edificata ne 1934 dall'Ente Nazionale di Cultura contro l'Analfabetismo, che adesso ospita un esercizio pubblico al piano terreno e la sede della pro-loco al primo piano. Le altre case sono usate essenzialmente per le vacanze.
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